mercoledì 30 ottobre 2013

DOMANDE DI VERIFICA SUL MEDIO EVO

Test sull'Alto MedioEvo

Test sull'Alto MedioEvo

 

lunedì 28 ottobre 2013

RIASSUNTO GUERRE IN JUGOSLAVIA


Repubbliche federali nella Ex-Jugoslavia
Quando
Tra il 1991 e il 1995

Chi combatte
Tutti contro tutti--->fu una guerra "civile" fra le diverse popolazioni delle repubbliche socialiste riunite sotto il nome di Jugoslavia
(6 stati differenti)

Come finisce
La Jugoslavia viene smembrata e ogni paese confederato diventa indipendente.



La Ex-Jugoslavia era una nazione creata dopo l'occupazione tedesca durante la II Guerra Mondiale e costituita da 6 repubbliche e 2 provincie autonome: Croazia, Serbia, Bosnia ed Erzegovina, Macedonia, Montenegro, Slovenia più le province serbe del Kosovo e di Voivodina.
Le popolazioni di questi stati erano molto diverse fra loro per ideologia, religione, cultura e livello economico e per questo nascevano spesso scontri e tensioni che venivano brutalmente repressi dal regime comunista di Tito. Soprattutto la Croazia e la Slovenia, che erano economicamente più avanzate, chiedevano a gran voce l'indipendenza dal resto delle confederate.
Dopo la morte di Tito, avvenuta nel 1980, iniziò un periodo difficile per la Jugoslavia: l’indebitamento pubblico delle singole repubbliche, unitamente alla inefficienza dei vari dirigenti, portarono subito ad una farraginosa situazione economica. Oltre a ciò, riemersero i nazionalismi, specialmente degli albanesi del Kosovo, acerrimi nemici dei serbi.
Ben presto le repubbliche jugoslave si prepararono ad approvare, ognuna per proprio conto, delle modifiche alle loro Costituzioni, in modo da raggiungere ognuna la possibilità di avere dei loro partiti e prepararsi per le proprie elezioni. 
La Slovenia proclamò ufficialmente la sua indipendenza il 25 Giugno 1990
La Croazia seguì il suo esempio poco dopo. 

Guerra in Slovenia [esercito jugoslavo vs truppe slovene= vincono gli sloveni]
A questo punto l'esercito Jugoslavo, di matrice fortemente serba, attaccò la Slovenia. Per la brevità del conflitto (anche chiamato Guerra dei Dieci Giorni) non ci furono moltissimi morti, ne' fra i militari ne' fra i civili. Fu necessario comunque un intervento pacificatore da parte della Nato per placare lo scontro: furono stabiliti tre mesi di fermo per cercare di comporre la grave crisi e trovare uno sbocco politico alla situazione. Dopo non molto tempo il governo jugoslavo si rese conto che la federazione poteva dirsi inesorabilmente finita ed accettò la secessione della Slovenia
Guerra in Croazia [truppe serbe vs i croati=vincono i croati]
Finito il conflitto in Slovenia, iniziò quello in Croazia. Anche qui morte, distruzioni e bombardamenti. 
Il mondo intero intervenne, la guerra finì e la Croazia si distaccò dalle altre repubbliche ancora facenti parte della federazione jugolsava. 

Indipendenza della Macedonia
In Macedonia l’8 novembre 1991 un referendum stabiliva la propria sovranità ed il 17 fu approvata una nuova  Costituzione. 

Guerra in Bosnia-Erzegovina [serbi vs musulmani serbi e croati=i serbi perdono]
Anche in Bosnia-Erzegovina si verificarono spinte verso l'indipendenza fra la popolazione che era composta da gruppi serbi, musulmani e croati. Venne indetto un referendum dove si votava per l'indipendenza, ma la popolazione serba, per protesta, non partecipa al voto. Nascono gravi conflitti interni e i serbi minacciarono un bagno di sangue se i musulmani e i croati si fossero staccati dalla nazione.
Nonostante le forze internazionali si adoperassero per riportare la pace,  la guerra scoppiò inevitabile e sanguinosa.
I reparti dell'esercito Jugoslavo, ritirati dalla Croazia e rinominati "esercito serbo-bosniaco" riuscirono a ritagliarsi una grossa parte di territorio serbo. Un milione di serbi musulmani e di croati furono costretti a fuggire dalle loro case, in quella che fu definita una vera e propria "pulizia etnica".
Anche i serbi, naturalmente, pagarono le conseguenze delle loro azioni: la capitale Sarajevo venne assediata e bombardata.
Trattato di Dayton
Gli sforzi internazionali per riportare la pace fallirono inesorabilmente e, nel frattempo, la guerra aveva generato circa 100 mila morti. Il conflitto ebbe termine nel 1995 quando la Nato bombardò la repubblica Serba distruggendo gli apparati militari più importanti e le principali vie di comunicazione.
Da allora iniziò un periodo di tregua che si concluse nel trattato di Dayton: un accordo stipulato fra i Presidenti della Bosnia, Croazia,Serbia con cui la Bosnia-Erzegovina fu divisa in due entità distinte: la Repubblica Serba di Bosnia e la federazione croato-musulmana.

In breve tempo Croazia e Bosnia furono completamente indipendenti, la Slovenia e la Macedonia si erano già staccate dalla confederazione, mentre il Montenegro la ottenne più tardi.
Nel 1999 gli albanesi del Kosovo combatterono un'altra dura lotta per ottenere l'indipendenza dalla Serbia.
La Serbia uscì dal conflitto umiliata, battuta e abbandonata da tutti.



WHOSE COME PRONOME E COME AGGETTIVO

USI DI WHOSE 

Whose può essere usato come aggettivo possessivo ---> quando insieme al “di chi” c'è anche un nome ad accompagnarlo 

Whose phone did you break? (letteralmente--->di chi hai rotto il telefono? In italiano diremmo "Di chi era il telefono che hai rotto" oppure "Hai rotto il telefono di chi?") 
Whose car is that? 
Whose car did you use? 
Whose pen is this?
Whose book is this? 
Whose jacket in on the floor? 

Whose è pronome possessivo---> quando sta “da solo”, quando non c'è un altro nome ad accompagnarlo (il nome viene quindi “sottinteso”)

Whose (money) is it?
Whose (car) did you use?
There's one car missing.  Whose (car)  hasn't arrived?
Whose (phone) did you break? 

Whose può essere usato come pronome relativo (possessivo)

The student, whose phone just rang, should stand up (Lo studente, il cui telefono ha appena squillato, è pregato di alzarsi)

Students,  whose parents are wealthy, pay extra (Gli studenti, i cui genitori sono ricchi, pagano di più)

The car, whose driver jumped out just before the accident, was completely destroyed (L'auto, il cui guidatore è saltato fuori appena prima dell'incidente, è andata completamente distrutta)

It was a meeting whose purpose I did not understand (E' stato un incontro il cui scopo non ho compreso- E' stato un incontro di cui non ho compreso lo scopo)

This is George, whose brother went to school with me (Questo è George, il cui fratello veniva a scuola con me)


That house, whose roof is green, is mine (Quella casa, il cui tetto è verde, è mia)

sabato 26 ottobre 2013

RIASSUNTO INGLESE SU NEW YORK

New York City is the lagest city in U.S. and is located on one of the world's largest natural harbors, at the mouth of the Hudson River.
New York City consists of five boroughs - The Bronx, Brooklyn, Manhattan, Queens, and Staten Island- which are separeted by various waterways.
These five boroughs were consolidated into a single city in 1898.
Brooklyn and Queens occupy the western portion of Long Island, while Staten Island and Manhattan are compeletely on their own land mass. Bronx, to the north, remains attached to the New York State mainland.

History
Few cities in America are as historically rich as New York City. Discovered in 1524 by the Italian explorer Giovanni da Verrazzano, it wasn't until 1625 that Dutch settlers permanently moved into the area, calling it New Amsterdam. However, in 1664, the British took over New Amsterdam, and renamed the settlement after the English Duke of York and Albany. Thus, New York was born.
Over the last four centuries, New York City has undergone a series of significant changes.
Its convenient location near the Atlantic Ocean made it a significant trading port under the British regime. In the late 1700's, New York City would serve as an important battle ground during the Revolutionary War, and was America's capital city until 1790.
In those years it became the largest city of U.S. and the opening (1825) of the Erie Canal, linking New York with the Great Lakes, led to even greater expansion.
Massive immigration, mainly from Europe, swelled the city's population in the late 19th and early 20th century. After World War II, many African Americans from the South, Puerto Ricans, and Latin Americans migrated to the city in search of jobs.

Buildings
Il Flatiron Building 
New York has plenty of historic monuments, magnificent buildings and countless dazzling skyscrapers. Many famous buildings were built in New York City in the early 20th century.
In 1857, Central Park NY became the first landscaped park in America. Another significant moment came in 1904, when the NYC subway was opened. The Flat Iron Building was built in 1902. New York Public Library opened in 1911. The Chrysler building was erected in 1930 while the Empire State Building in 1931.

Harlem Renaissance
In the 1930's, the Harlem Renaissance in Manhattan inspired great African-American literary works. Racial tensions in the 1960's divided New York City, and crime rates rose dramatically. With the help of Wall Stand the Financial District, NYC saw an economic resurgence in the 1980's and 1990's. Stricter law enforcement and the easing of racial tensions led to a significant drop in crime rates in NYC, and Wall Street enjoyed an internet boom through the late 1990's.
Then, on September 11, 2001, the World Trade Center in NYC was the scene of horrendous terrorist attacks that killed nearly 3,000 people. Today, the Ground Zero site is the future home of the 9/11 Memorial Museum, set to open in 2011.



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martedì 22 ottobre 2013

RIASSUNTO TERZO CAPITOLO PROMESSI SPOSI

Se il primo capitolo era tutto dedicato alla figura di Don Abbondio e il secondo a quella di Renzo, il terzo è indubbiamente il capitolo di Lucia.
Renzo ha appena informato le due donne della decisione di Don Abbondio e Lucia confessa di aver incontrato Don Rodrigo, e suo cugino Attilio, lungo la strada di ritorno dalla filanda. I due uomini avrebbero richiamato la sua attenzione con tale insistenza da spaventarla e da indurla a parlarne con Padre Cristoforo in confessionale. Il racconto suscita l'ira di Renzo, ma Agnese prende in mano la situazione e consiglia al giovane di recarsi da un avvocato di gran fama, il dottor Azzecca-garbugli, e domandare a lui il da farsi.
Renzo si avvia verso Lecco portando con se' quattro capponi come omaggio per l'avvocato.
Il miracolo delle noci
Giunto nello studio viene accolto prima dalla domestica e poi dall'uomo il quale, prima, si profonde in parole che sanno di risolutezza e decisione, ma dopo, appena udito il nome di Don Rodrigo, caccia via Renzo in malo modo, con la scusa di crederlo un bravo e, addirittura, restituendogli i capponi.
Nel frattempo a casa di Agnese è arrivato Fra Galdino, un cappuccino che sta raccogliendo noci per il convento. Il religioso intrattiene brevemente le due donne raccontando il miracolo delle noci, secondo cui frate Macario, vedendo un uomo intento a tagliare una pianta di noce, gli consiglia di non farlo, profetizzando che la pianta avrebbe dato tantissimi frutti. L'uomo, fidandosi, promette la metà del raccolto al frate e in effetti, giunta la stagione, l'albero si copre di noci. Purtroppo l'uomo muore e il figlio non tiene fede all'impegno, negando a Padre Macario la metà delle noci, salvo poi accorgersi che nel solaio, al posto dei frutti, era rimasto soltanto un mucchio di foglie ingiallite.
Lucia si dimostra generosa, offrendo molte più noci di quanto la sua condizione di povertà permetterebbe, e si raccomanda col frate affinché dica a Padre Cristoforo di passar presto da loro per un colloquio.
Renzo, che intanto è tornato dallo studio dell'Azzecca-garbugli, racconta l'accaduto e rimprovera Agnese per il suo cattivo consiglio, ma poi se ne va, in parte tranquillizzato, pensando che Fra Cristoforo saprà come aiutarli.

Figura di Lucia
Lucia è il personaggio più corretto, sincero e leale di tutto il romanzo.
C'è sempre un ideale di giustizia che la guida, un grande senso di dignità e fierezza in lei, seppur mitigati dal pudore e dalla timidezza che la caratterizzano.
Il suo senso morale è altissimo e ne' Agnese ne' Padre Cristoforo potranno scalfirne l'integrità.
E' la donna che parla forse di meno, ma che dice di più per l'eloquenza dei suoi rossori e dei suoi silenzi.
Non per questo Lucia può essere considerata una santa: ella brucia d'amore per Renzo, vuole sposarlo e vivere con lui. Ma non vacilla mai, non tentenna mai. Sa sempre quello che deve fare e solo una volta si piegherà ad un volere non suo, acconsentendo al matrimonio di sorpresa, ma lo farà per Renzo, per amore suo e perché teme, dopo la sua sfuriata, che questi possa commettere qualche sciocchezza.

Azzecca-garbugli
E' un personaggio minore, ma ben tratteggiato dal Manzoni, che, già dal soprannome, fa capire di che tipo d'avvocato si tratti. Imbroglione e vile, l'Azzeccagarbugli, un po' come fa Don Abbondio, invece che coi deboli, preferisce stare dalla parte dei potenti per non avere noie. Asservito il suo sapere a cause meno nobili della giustizia (più avanti nel romanzo lo si rincontrerà proprio ad un banchetto nel palazzotto di Don Rodrigo) è figura negativa a cui va aggiunto qualche tocco di ridicolo, come quando Manzoni ce lo descrive con indosso la toga che funge anche da veste da camera. Sembra un avvocato caduto in disgrazia, col vizio del bere (ce lo dice la voglia di lampone che ha sul volto) e con uno studio che sembra apposta ingombrato di carte per far colpo sulla povera gente.


lunedì 21 ottobre 2013

PARAFRASI I PASTORI DI D'ANNUNZIO

I pastori - Gabriele D'Annunzio

Settembre, andiamo.  È tempo di migrare.
Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all’Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.

Han bevuto profondamente ai fonti
alpestri, che sapor d’acqua natía
rimanga ne’ cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d’avellano.

E vanno pel tratturo antico al piano,
quasi per un erbal fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente
conosce il tremolar della marina!

Ora lungh’esso il litoral cammina
la greggia. Senza mutamento è l’aria.
il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciacquío, calpestío, dolci romori.

Ah perché non son io co’ miei pastori?

Parafrasi 
E’ Settembre, andiamo. E' il momento di andar via -----> Settembre è periodo della transumanza
Adesso in Abruzzo i miei pastori---> li sente vicini, nel ricordo
abbandonano i pascoli estivi e vanno verso il mare:
scendono verso l'Adriatico agitato----->mare tempestoso in autunno
che è verde come i pascoli dei monti.
Hanno bevuto molto dalle sorgenti sui monti, affinché
il sapore dell’acqua della loro terra
rimanga a confortare i loro cuori di emigranti,----->cuori rattristati
affinché lungo la strada inganni la loro sete a lungo.
Hanno un nuovo bastone fatto di (legno) nocciolo per condurre il
gregge.
E scendono lungo il sentiero antico verso la pianura,--->sentiero tracciato anticamente
come fosse un fiume di erba silenzioso,--->perché l'erba non fa rumore, come invece fa l'acqua
sulle orme degli antenati.
O com'è piacevole la voce di colui che per primo
vede la luce tremolante del mare!
Adesso il gregge cammina lungo la costa.
Non c'è vento.
Il sole illumina il manto delle pecore
Che quasi non si distingue della sabbia.
Si sentono rumori leggeri: il movimento delle onde e il calpestio prodotto dalle zampe delle pecore.
Ah, perché non sono anch’io con i miei pastori?---> ricordo e nostalgia del poeta per la sua terra

Analisi
Questa lirica fa parte della raccolta di poesie Alcyone, composta fra il 1899 e il 1903 e pubblicata nel 1903. Il tema della poesia è il ricordo e la nostalgia.
Il poeta si trova in Francia, ma ripensa alla sua terra, l'Abruzzo, e vorrebbe essere ancora lì, insieme ai pastori che praticano la transumanza, lungo gli antichi tracciati che scendono dai pascoli d'altura verso il mare.
La nostalgia del poeta fa da specchio a quella dei pastori che, con tristezza, si accingono a lasciare quei luoghi bellissimi in cui hanno trascorso l'estate per tornare alle loro case sulla costa.

Nostalgia
Miei pastori
Cuori esuli a conforto
Dolci romori
Ah, perché non sono anch'io co' miei pastori?

Ricordo
Acqua natìa
Antichi padri
Isciaquìo, calpestìo, dolci romori
Ah, perché non sono anch'io co' miei pastori?

Lingua
D'Annunzio alterna vocaboli dotti (vertigia ,esuli) ad altri dialettali (avellano) o inventati (isciacquio, erbal) 



Figure retoriche

Similitudini
 
  • il sole imbionda sì la viva lana che quasi dalla sabbia non divaria
  •  scendono all' Adriatico selvagggio che è come i pascoli dei monti 
  • e vanno pel trattturo antico al piano quasi per un erbal fiume silente
Sinestesìa
  • i dolci romori
Personificazione
  • Adriatico selvaggio
Onomatopee
  • Isciacquìo
  • Calpestìo