domenica 3 febbraio 2013

IL VOTO ALLE DONNE IN ITALIA



All'inizio del 900 si verificarono importanti cambiamenti dal punto di vista elettorale in Italia: si iniziò prima con una  richiesta sempre più pressante per l’allargamento del diritto di voto per arrivare poi all' introduzione del suffragio universale maschile e finalmente al diritto di voto per le donne nel 1946.
Ci furono diverse, significative tappe  in questo lungo e difficile cammino, ma il mondo intero in quegli anni mostrava segni di profondi cambiamenti in tal senso. Sulla spinta dei movimenti emancipazionisti, infatti, avvengono le prime concessioni di voto alle donne: nel Wyoming nel 1869, in Nuova Zelanda nel 1893, in Norvegia e Finlandia nel 1901. 
In Italia invece, ne viene nuovamente affermata l’esclusione con la legge elettorale del 1895 che, se da una parte allargava il diritto di voto a tutti i cittadini in grado di leggere e scrivere, dall’altra vietava espressamente la partecipazione femminile.


Un primo passo verso il riconoscimento dell'uguaglianza civile avvenne nel 1912 quando il Parlamento italiano discusse e approvò una nuova legge elettorale per modificare i criteri di accesso al voto: questa legge è  ricordata come quella che istituì in Italia il suffragio universale, anche se le donne continuavano ad esserne escluse. In quegli anni, infatti, avevano diritto di voto solo gli uomini che avevano frequentato il corso di istruzione obbligatorio e coloro che avevano prestato servizio nell’esercito, nella marina e negli altri corpi armati


Nel 1925 arriva in Senato una legge che concede il voto alle donne con la limitazione di poter esercitare tale diritto nelle sole consultazioni amministrative. Oltre a questa vi erano altre importanti limitazioni: potevano votare solo le donne che avessero compiuto 25 anni e che fossero state decorate di medaglie; che fossero madri o vedove di caduti di guerra; che avessero compiuto gli studi elementari e che pagassero almeno 100 lire di tasse comunali

Da allora la battaglia per i diritti politici continuò fino alle due date fondamentali che decretano  l’emancipazione delle donne come cittadine: il 1° febbraio 1945 e il 2 giugno 1946: nel febbraio del '45 il secondo governo Bonomi vota all’unanimità il diritto  di voto alle donne e il 2 giugno dell'anno dopo le donne fanno il loro ingresso ufficiale nella vita politica italiana. 

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