lunedì 27 febbraio 2017

RIASSUNTO TIBULLO VITA E OPERE

VITA
Le notizie sulla sua vita si deducono dalle sue elegie e dalle relazioni con Messalla Corvino, uomo politico attorno a cui si radunò un circolo letterario di cui Tibullo fu il principale esponente. Sappiamo che la famiglia di Tibullo era di rango equestre, che partecipò ad una spedizione al seguito di Messalla in Gallia, che fu in Missione in Asia Minore. La data di nascita forse è prima del 50 a.C. Morì giovane, poco dopo Virgilio, intorno al 19/18 a.C

Di Tibullo si hanno una raccolta di poesie, divisa in 3 libri→ Corpus Tibullianum (all'interno ci sono però anche componimenti non suoi o di dubbia attribuzione) . Cronologia opere
Libro I – pubblicato poco dopo il 27 a.CLibro II – successivo di parecchi anniNel complesso la sua produzione si colloca fra il 30 e il 20 a.C

CORPUS TIBULLIANUM 

3 libri di elegie


Libro I = 10 elegie
Libro II= 6 elegie
Libro III= 20 elegie

Libro I= 10 elegie piuttosto lunghe
  • 5 sono per la donna amata (con lo pseudonimo di Delia)
  • 3 sono per un altro amore (un giovanetto di nome Màrato)
  • 2 non sono di argomento erotico
Tema amoroso
Le due persone amate sono Delia e Màrato. A differenza degli altri poeti elegiaci, che scrivevano solo per donne, Tibullo scrive anche per un ragazzo. Va notato, però, che i carmi per Màrato, pur essendo molto curati a livello formale, sono più convenzionali (risentono dell'influenza del greco Callìmaco). Nei carmi per Delia ci sono alcuni motivi tipici della poesia elegiaca sia greca che contemporanea (Properzio), però ci sono note originali soprattutto nella 1a e nella 3a elegia.

I Elegia: parla del problema della scelta di vita. Tibullo contrappone la propria esistenza, che è povera (cioè semplice e modesta), senza impegni politici, ma confortata dall'amore, alla vita militare che porta sì ricchezze, ma non è compatibile con la tranquillità e con l'amore.

III Elegia: il poeta rimpiange l'età dell'oro, quando non esistevano né viaggi né guerre (in quel momento Tibullo era ammalato durante la missione in Asia Minore) e non vede l'ora di tornare a casa e ritrovare Delia.


Libro II = 6 elegie

I Elegia= Festa rurale degli Ambarvalia
II Elegia= Elegia per il compleanno dell'amico Cornuto
V Elegia= Elegia scritta per l'ingresso in un collegio sacerdotale del figlio di Messalla Corvino. Verso la fine di questa elegia Tibullo cita la nuova donna amata, Nèmesi.
Anche l'amore per Nèmesi è tormentato e provoca sofferenze. Tibullo introduce il tema della schiavitù d'amore (servitium amoris) e si raffigura come lo schiavo di una padrona (domina) crudele.

LibroIII= 20 componimenti

Solo gli ultimi 2 sono sicuramente attribuibili a Tibullo
Carme 19= dichiarazione d'amore per una fanciulla di cui non fa il nome
Carme 20= epigramma sulle voci che circolano riguardo l'infedeltà dell'amata e che lo fanno soffrire Elegie 1-6= un poeta di nome Ligdamo canta l'amore per una fanciulla di nome Neèra
Elegia 7= Panegirico di Messalla (tipico encomio)
Elegie 8 – 18= si raccontano vari momenti dell'amore di Sulpicia (io lirico) per Cerinto

Caratteri della poesia Tibulliana
Temi convenzionali già noti si ritrovano in Tibullo: derivano da Callìmaco, dagli epigrammi greci, da Properzio. Ci sono molti temi in comune fra Tibullo e Properzio (poi ripresi da Ovidio): la schiavitù d'amore (servitium amoris), l'amata vista come domina (padrona), l'infedeltà della puella, le sofferenze date dalla gelosia, il contrasto tra amore e ricchezza, il rifiuto della vita militare. Anche se Tibullo tratta questi temi convenzionali, alla base ci sono comunque reali esperienze di vita.
Però, non avendo dati biografici certi e precisi, bisogna leggere le sue elegie cercando di non confondere in modo totale e completo l'io lirico con l'autore.

Delia e Nemesi
Delia è una figura meno evanescente di Nemesi, è bionda, con le braccia bianche e Tibullo la descrive con molta tenerezza, soprattutto quando la rievoca fanciulla, mentre lo aspetta ansiosa per il suo ritorno. Nèmesi ha un nome simbolico= significa “vendetta” e forse è stato scelto da Tibullo come rivalsa verso Delia, infedele. Nèmesi ha più i caratteri convenzionali della cortigiana avida, della domina dura e capricciosa.

La vita nei campi
E' una vita idealizzata: Tibullo aspira alla pace della vita nei campi. La campagna è un luogo idilliaco, lontano dai vizi, dalla corruzione, dalla politica e dalla guerra. E' un mondo di pace e amore, dove rifugiarsi con la fantasia. Rispetto alle bucoliche di Virgilio c'è più accuratezza nelle descrizioni delle attività agricole e meno riferimenti all'attualità delle guerre civili.

Stile
Le elegie di Tibullo sono costruite più tramite associazioni di idee che con un preciso filo logico. Spesso la poesia di Tibullo assume il carattere di un monologo interiore (come già aveva fatto Catullo) o di un dialogo immaginario. Lo stile è semplice ed elegante, il tono è misurato e a metà fra lo stile elevato del sublime e la banalità del sermo vulgaris.

Stilemi
Il distico (2 versi, 1 esametro e 1 pentametro) è quasi sempre dotato di autonomia sia semantica che ritmica.
Anche l'ordine delle parole segue spesso uno schema preciso: l'aggettivo è spostato rispetto al nome cui si riferisce. Questi schemi in parte creano una sorta di prevedibilità e di monotonia, ma anche una cantabilità armoniosa e fluida che contribuisce a quell'impressione di molle dolcezza tipica dell'elegia. 

COMPOSIZIONE ESERCITO ROMANO

Composizione esercito romano

Generale supremo (DUX)

Comandava due o più legioni

Poteva essere un console o un imperatore

Aveva grande esperienza militare

Legato

Era il comandante in seconda (dopo il console)

Apparteneva alla classe senatoria


Tribuno militare

Ufficiale di alto grado dell'esercito romano

La sua carica deriva dalla figura del “capo tribù” di epoca regia


Ordine equestre (cavalieri)

Soldati a cavallo

Gli equites erano un ordine sociale e militare di Roma


Centurione

Ufficiale di grado intermedio

Comandava una centuria

Doveva essere cittadino romano e rimanere nell'esercito per almeno 25 anni

Legionario

Soldato di fanteria romana



Divisione dell'esercito

Legione

Formata da 5/6000 soldati

Comandata da un legato

Vi erano circa 30 legioni in un esercito romano

Coorte

Suddivisione della legione

Ogni coorte era formata da 6 centurie


Centuria

Suddivisione della coorte

Comandata da un centurione

C'erano circa 60 centurie in un esercito romano


domenica 26 febbraio 2017

RIASSUNTO FREUD FILOSOFIA

Medico, austriaco, fondatore della psicoanalisi.
Fino al 1800 le nevrosi venivano considerate solo in chiave psicosomatica-->cioè come conseguenze di un disturbo fisico.
I medici Charcot e Breur avevano trattato l'isteria con il metodo ipnotico (controllavano l'isteria attraverso la suggestione o richiamando alla memoria eventi dimenticati). Esemplare è il caso da loro trattato di una paziente, Anna O., che era -->idrofoba (grande e immotivata paura dell'acqua). Attraverso il metodo ipnotico scoprono che da bambina aveva visto un cane bere da un bicchiere     <---una volta portato alla luce questo episodio, i sintomi dell'idrofobia scompaiono.
Freud era a conoscenza di questi metodi e aveva iniziato a studiarli, poi, insieme a Breuer, mette a punto il "Metodo Catartico"-->cioè provocare una scarica emotiva nel paziente per liberarlo dai suoi disturbi.
In seguito a questi studi Freud scopre l'inconscio, cioè si accorge che i sintomi delle nevrosi non derivavano da un disturbo fisico, ma erano psicogeni, cioè derivavano dalla mente stessa.
Nasce così la psicoanalisi.

L'inonscio e le libere associazioni
Prima di Freud la Psiche si identificava con la Coscienza. Al contrario, per Freud, la gran parte della vita menale si svolge fuori dalla coscienza -->nell'inconscio.
Freud divide l'inconscio in due zone:

  • preconscio=da cui i ricordi, con un piccolo sforzo, possono essere richiamati
  • rimosso=ricordi stabilmente inconsci, che possono essere richiamati solo con tecniche apposite.
(L'inconscio freudiano coincide con il rimosso)
Per sbloccare l'inconscio prima Freud usa l'ipnosi, ma si rivela poco efficace in quanto non tutti i pazienti sono predisposti. 
Allora inizia ad usare le libere associazioni-->fa rilassare il paziente e poi gli sottopone una serie di parole a cui il malato associa liberamente altre parole/immagini relative al rimosso. 
Questa pratica si rivela molto efficace, anche se entrambi (medico e paziente) devono impegnarsi in questo sforzo di richiamo e avere grande fiducia nel metodo che viene applicato.
Altra condizione fondamentale per la buona riuscita della cura è il transfert, cioè il paziente trasferisce sul medico che lo ha in analisi i sentimenti (di amore e di odio) che ha provato nei confronti dei genitori durante l'infanzia.

La topica freudiana (Es, SuperIo, Io)
Per Freud la psiche è formata da diversi luoghi psichici--> (1a topica freudiana)
1)conscio
2)preconscio
3)inconscio 
 
questi luoghi vengono chiamati poi---> (2a topica freudiana)
1)Es
2)Io
3)Super Io

ES=matrice originaria della psiche, obbedisce al piacere, non conosce bene, male, moralità
SUPER IO= coscienza morale-->regole date fin dall'infanzia che ci accompagnano sempre
IO=parte organizzata della personalità. Ha a che fare con Es, SuperIo, Mondo esterno e deve trovare un equilibrio fra queste tre forze.

Individuo "normale"=l'Io riesce a equilibrare bene fra queste tre forze
Individuo "nevrotico"=una delle parti (Io o Super Io) è preponderante sulle altre

Come si manifesta l'inconscio?
Per Freud l'inconscio si manifesta attraverso:
  • sogni
  • atti mancati
  • sintomi nevrotici
I sogni (ne parla nel saggio "L'Interpretazione dei Sogni") per Freud sono la via attraverso cui l'inconscio arriva al conscio, alla superficie. I sogni sono l'appagamento (camuffato) di un desiderio (rimosso). Cosa significa? Significa che i nostri sogni sono costituiti da un contenuto manifesto (cioè quello che sogniamo) e un contenuto latente (il vero significato del sogno, cioò che lo ha provocato). 
Freud sostiene che l'uomo ha desideri che ritiene "inaccettabili" e quindi li maschera: il contenuto manifesto dei sogni è la forma mascherata di un desiderio censurato, nascosto. 
(esempio= sognare uno scrigno di gioielli aveva a che fare con i genitali femminili [il caso in questione è reale e può essere letto in modo esaustivo a questa pagina]

Nel libro "Psicopatologia della vita quotidiana" Freud esamina tutti quei piccoli contrattempi, dimenticanze, lapsus che accadono a tutti noi e afferma che essi non siano casuali, ma che siano manifestazioni del nostro inconscio--> secondo il principio del Determinismo Psichico infatti se dimentichiamo un nome particolare o di fare qualcosa di specifico è perché ad essi è associato qualcosa di spiacevole).

Teoria della sessualità
Prima di Freud la sessualità era sostanzialmente identificata con la "genitalità"--> manca quindi una sessualità nell'infanzia, inizia nella pubertà e ha come suo unico fine l'unione sessuale.
Restavano però inspiegate la sessualità infantile, la sublimazione (cioè il trasferimento della carica sessuale ad altre cose tipo l'arte, il lavoro, etc.) e le perversioni.
Freud quindi sostiene che la sessualità sia qualcosa di più ampio, che investe molto di più che i solo genitali. E' per lui una sorta di energia che chiama "libido".
Freud inoltre non vede i bambini come esseri asessuati, ma come individui capaci di darsi piacere con più organi del corpo.

Lo sviluppo psicosessuale avviene attraverso tre fasi-->
1)fase orale (dai primi mesi all'anno e mezzo). Zona erogena è la bocca. Il bambino prova piacere poppando il latte dalla mamma.
2)fase anale (dall'anno e mezzo ai 3 anni). Zona erogena: l'ano. Il bambino prova e manifesta piacere nelle funzioni escrementizie (esempio: alle coccole che gli fanno piacere reagisce facendo la cacca, oppure fa la cacca e poi ride contento)
3)fase genitale= dal 3° anno di vita. Zona erogena i genitali.
Questa fase è divisa in altre due sezioni: la fase fallica e la fase genitale.

Complesso di Edipo
Attaccamento al genitore di sesso opposto e sentimenti ambivalenti verso il genitore dello stesso sesso. Si manifesta tra i 3 e i 5 anni durante la fase fallica.







lunedì 20 febbraio 2017

CONFRONTO PASCOLI E D'ANNUNZIO

Confronto tra i due autori più importanti del Decadentismo italiano

Punti di contatto

Inizialmente sono entrambi influenzati dalla poetica di Carducci
Rifiutano il positivismo, hanno sfiducia nella scienza
Trovano un modo di fuggire dalla realtà contemporanea (con esiti opposti: fanciullino in Pascoli-superuomo in D'Annunzio)
Entrambi utilizzano un lessico ricercato (soprattutto il D'Annunzio di Alcyone)


Differenze

Vita e caratteri completamente diversi
La loro vita è completamente agli opposti: quella di Pascoli è intima, raccolta, vissuta quasi "ai margini", mentre D'Annunzio fa della sua vita un teatro, un'opera d'arte, affrontando esperienze esaltanti e compiendo gesti eclatanti.
Il loro carattere rispecchia questa condotta di vita: Pascoli, anche a causa delle sue vicende private, è un uomo riservato e schivo, che sceglie di vivere praticamente in solitudine.
D'Annunzio al contrario è un estroverso che, con i suoi atteggiamenti, attira su di sé le attenzioni del pubblico.


Formazione culturale
Pascoli ha una formazione sostanzialmente classica (anche se esplora in parte le avanguardie europee di quegli anni), mentre D'Annunzio fa riferimento quasi esclusivamente ai modelli europei (Huysmans, Baudelaire, Wagner, Nietzsche) per il suo stile letterario.


Differenze nella poetica
Pascoli dà vita ad una poesia delle piccole cose, ad un ripiegamento intimo su sé stesso e sugli affetti familiari più stretti. La sua fuga dalla realtà si esplica nella creazione di un mondo ideale al cui centro vi è il nido: un mondo illusorio, fatto soprattutto di ricordi, che serve a proteggerlo dal male del mondo.
La poesia di D'Annunzio è all'opposto e rispecchia la poetica del superuomo: è una poesia elevata, ricca, preziosa, lussureggiante.

Natura 
In Pascoli la natura è ostile e misteriosa, conoscibile solo attraverso gli occhi del fanciullino.
In D'Annunzio troviamo invece un'immedesimazione "panica" nella natura: una totale fusione col paesaggio che si antropomorfizza (mentre la figura umana si "naturalizza").

Donna e eros
Le donne e l'amore, in Pascoli, sono sempre spiati o guardati da una certa distanza: il poeta vi allude in modo ambiguo, morboso, indefinito.
La figura femminile oscilla fra l'affetto familiare (la madre, le sorelle) e un'incapacità di vivere serenamente il rapporto con la sessualità: Pascoli è un poeta/uomo che resta fanciullo, imprigionato in un'infanzia in cui l'erotismo non riesce ad esplicitarsi se non appunto in maniera ambigua e distorta.
In D'Annunzio la donna è sempre al centro: è la femme-fatale carica di erotismo, seducente e misteriosa. E' spesso la nemica che impedisce all'eroe di elevarsi a superuomo, incatenandolo a sé con l'eros e la passione sfrenata.

giovedì 16 febbraio 2017

SIMBOLI PIU' FREQUENTI IN PASCOLI

SIMBOLI PIU' FREQUENTI IN PASCOLI

NIDO

CULLA

SIEPE

Protezione, difesa dal mondo esterno vissuto come una minaccia.

La culla è anche richiamo all'infanzia, al rapporto con la madre

FENOMENI ATMOSFERICI (pioggia, tuoni, lampi, tempeste)

Rappresentano il mondo esterno che è minaccioso, pericoloso (in contrapposizione al nido che è invece sicuro, protettivo)

STRADA

La strada che va dalla casa al cimitero è il legame indissolubile fra vivi e morti

CAMPANE

Doppia valenza: a volte sono richiamo festoso, a volte ricordo dei morti, voce lugubre che porta angoscia

ARATRO

Solitudine, abbandono

RAMI SECCHI

CADERE DELLE FOGLIE

Simboli di morte, di perdita

E' l'autunno della vita

UCCELLI NOTTURNI

(assiuolo, civetta)

Simboli di angoscia, di morte

UCCELLI

Simboli del nido, abitatori del cielo che è macrocosmo misterioso e inconoscibile

FIORI

Richiamo della sessualità, di un eros morboso e non espresso.

A volte simboleggiano anche il ricordo dei morti, del lutto.

COSTELLAZIONI

LUNA

Simboli del grande mistero della vita, di ciò che non è conoscibile


lunedì 13 febbraio 2017

LE PERSECUZIONI DEI CRISTIANI RIASSUNTO

La storia di Gesù, i miracoli, le sue parole, l'evento miracoloso della sua resurrezione, si diffusero rapidamente in Palestina e poi ne varcarono i confini, arrivando ai centri più importanti dell'Impero Romano come Antiochia in Siria, Efeso in Asia Minore, Atene, Corinto e infine Roma.
Coloro che si convertivano e si facevano battezzare, si riunivano poi in piccole comunità in cui erano soliti chiamarsi "fratelli" o "salvati in Cristo". Fu proprio ad Antiochia che per la prima volta i pagani della città soprannominarono "cristiani" i seguaci di Cristo.

Lapidazione di Santo Stefano - Paolo Uccello
I primi martiri
Queste prime comunità cristiane incontrarono ben presto l'ostilità del mondo: Stefano fu il primo martire, lapidato a Gerusalemme nel 36 d.C per aver affermato la divinità di Cristo.
Alla sua lapidazione assistette anche Saulo di Tarso, un fariseo che si convertì proprio mentre si recava a Damasco per arrestare alcuni cristiani. Saulo, che prese poi il nome di Paolo, divenne così un apostolo e viaggiò a lungo per diffondere la parola di Gesù fra la gente.
Anche in altre città, fuori e dentro la Palestina, le comunità ebraiche si opposero alla diffusione del Cristianesimo e proprio Paolo racconta di essere stato più volte frustato, bastonato e preso a sassate.

Le persecuzioni a Roma
La parola di Cristo, intanto, aveva raggiunto Roma, capitale dell'impero, e qui aveva iniziato a diffondersi fra gli strati più bassi della popolazione.
Il Vangelo predicato dai cristiani e il loro stile di vita erano molto diversi dalle usanze della società romana e per questo furono subito malvisti dalle autorità imperiali.
I Romani non videro di buon occhio la riservatezza dei cristiani e i loro riti religiosi apparvero come qualcosa di magico ed esoterico che andava contro ai loro dei. Oltre a ciò non potevano ammettere che i cristiani si rifiutassero di venerare l’imperatore.
I primi 50 anni dopo la morte di Gesù furono abbastanza tranquilli, eccezion fatta per la persecuzione di Nerone del 64 d.C che servì come capro espiatorio per giustificare l'incendio di Roma.
Nerone era noto al popolo per la sua crudeltà e per le sue malefatte e venne sospettato di essere l'autore dell'incendio.
Per trovare un colpevole, l'imperatore accusò allora la comunità cristiana i cui membri furono brutalmente torturati e uccisi.
Secondo alcuni storici fra i martiri di questa persecuzione ci furono anche Pietro, crocifisso, e Paolo di Tarso, decapitato.
Alla fine del I secolo, fra l'81 e il 96 d.C., ci fu un'altra persecuzione di massa sotto l'imperatore Domiziano: coloro che si rifiutavano di offrire sacrifici al dio-imperatore venivano torturati e uccisi.
Altre persecuzioni cristiane si verificarono sotto gli imperatori Traiano e Adriano.
Fu proprio sotto Traiano che avvenne il famoso martirio di Ignazio di Antiochia il quale, mentre veniva trasferito a Roma per essere dato in pasto alle fiere, scrisse una lettera ai Romani in cui manifestava gioia per il destino cui andava incontro con queste parole "Lasciate che sia pasto delle belve per mezzo delle quali mi è possibile raggiungere Dio".
I metodi crudeli dei Romani non ebbero però gli stessi effetti su tutti i cristiani: molti non sopportarono le torture e pur di non essere uccisi preferirono rinnegare la parola di Cristo compiendo atti di adorazione verso gli dei pagani. Costoro venivano chiamati "lapsi".

Libertà di culto
Le persecuzioni, i martirii, la brutalità dei romani non indebolirono le comunità cristiane, anzi, ebbero l'effetto opposto di renderle più forti, più unite e più numerose.
Nel IV secolo, sotto l'imperatore Costantino, il Cristianesimo passa dall'essere una religione illegale e perseguibile, a religione libera. Costantino, infatti, aveva bisogno dell'appoggio dei cristiani, divenuti molto numerosi, per ottenere il trono imperiale.
Dopo la propria conversione, Costantino emanò nel 313 d.C. l'Editto di Milano con cui cessavano formalmente tutte le persecuzioni e si dava ai cristiani la libertà di professare il proprio culto.
Più tardi, con l'Editto di Teodosio del 380 d.C., il Cristianesimo divenne religione di stato.

Dopo circa 4 secoli la fede in Cristo poté essere diffusa e professata liberamente in tutto l'Impero Romano.


venerdì 10 febbraio 2017

RIASSUNTO TELESIO FILOSOFIA

Filosofo del naturalismo--> sostenne l'autonomia e l'oggettività della natura.
Scrisse "De Rerum Natura Iuxta Propria Principia"


Principi naturali
Per Telesio la natura non si spiega con principi metafisici--> l'uomo deve affidarsi ai sensi per capire la natura. 
La natura è autonoma e si rivela all'uomo perché è anche lui parte di quella natura.
Le due forze principali che agiscono in natura sono


  • caldo-->sta nel sole e rende le cose leggere e adatte a muoversi
  • freddo-->sta nella terra e rende le cose pesanti e quindi immobili
Queste due forze agiscono su un terzo principio naturale che subisce la loro azione--> la Materia che è appunto il terzo principio naturale

I tre principi naturali di Telesio sono dunque Sole, Terra e Materia.
L'aria e l'acqua non sono principi naturali perché derivano da Sole e Terra. 

Dio
Telesio critica Aristotele che vedeva in Dio il motore immobile del Cielo. 
Per Telesio Dio non può essere ridotto solo a questo--> per lui Dio è il principio conservatore di tutte le cose: senza Dio e l'ordine da lui stabilito tutte le forze si autodistruggerebbero.
Dio è quindi garante dell'ordine della natura.

La conoscenza umana
Per Telesio la conoscenza deriva dalla sensibilità (dai sensi)--> l'uomo è parte della natura quindi la sensibilità è una rivelazione che la natura fa a sé stessa.
Ogni sensazione è prodotta da un contatto fra l'anima (che è anch'essa natura) e le cose esterne. 
L'intelligenza è il saper estendere a cose non ancora percepite, le qualità che l'anima ha già conosciuto.

Il bene supremo
Il bene supremo per Telesio è la conservazione dello spirito vitale del mondo.---> da qui derivano piacere e dolore: il piacere è dato da tutto ciò che tende alla conservazione, mentre si prova dolore per tutto ciò che danneggia e distrugge.

La religione e l'anima superaddita
Tutto, secondo Telesio, può essere spiegato attraverso i principi naturali, tranne la vita religiosa--> perché essa appartiene ad un mondo diverso da quello sensibile. 
L'anima, essendo natura, non può aspirare a qualcosa che non è naturale--> c'è infatti un'altra anima nell'uomo, l'anima superaddita, che deriva direttamente da Dio. 
Quest'anima permette all'uomo di scegliere fra il bene naturale e il bene soprannaturale ed è la caratteristica che differenzia l'uomo da tutti gli altri animali. 


TELESIO

Principi naturali

Sole, Terra, Materia

Conoscenza

Tramite i sensi

Dio

Garante dell'ordine della natura

Bene supremo

Conservazione dello spirito vitale del mondo

Piacere

Ciò che tende alla conservazione

Dolore

Deriva da ciò che danneggia e distrugge

Anima superaddita

Differenzia uomo dagli altri animali


domenica 5 febbraio 2017

TRAMA GERUSALEMME LIBERATA

L'opera è costituita da 20 canti (divisi in ottave=strofe di 8 versi)

Trama

Siamo al 6° anno di guerra della I Crociata.
Dio si è reso conto che i principi hanno dimenticato i loro obiettivi e manda l'arcangelo Gabriele da Goffredo di Buglione affinché sproni i compagni al combattimento.
Goffredo viene eletto capo dei Crociati e tutti insieme arrivano finalmente a Gerusalemme dove inizia l'assedio della città.
Ci sono scontri fra Cristiani (Tancredi, Rinaldo) e infedeli (Clorinda, Argante).
Dalle mura la principessa Erminia mostra ad Aladino (re di Gerusalemme) quali siano i più forti guerrieri cristiani.
Erminia è innamorata di Tancredi che a sua volta ama Clorinda.
Satana, intanto, vuole contrastare l'azione dei Crociati e manda i suoi demoni ad aiutare i pagani. Anche la maga Armida è strumento del demonio e fa innamorare di sé diversi guerrieri cristiani, che la inseguono e vengono da lei imprigionati in un castello sul Mar Morto.
Anche Rinaldo deve lasciare l'esercito perché ha ucciso Gernando, compagno d'armi.
Argante e Tancredi si sfidano a duello, ma scende la notte e i due devono interrompersi.
Erminia ha visto che Tancredi è ferito, quindi si traveste da Clorinda e va a soccorrerlo. Nel tragitto, però, incontra dei crociati e deve fuggire. Tancredi l'ha vista e la insegue (credendo sia la vera Clorinda) e arriva al castello di Armida dove viene imprigionato dalla maga.
A questo punto il campo dei crociati è sguarnito dei suoi guerrieri più valorosi e ne approfitta il sultano turco Solimano che assalta il campo. Interviene l'arcangelo Michele che respinge i demoni e i crociati possono assaltare Gerusalemme con l'aiuto di una torre mobile.
Argante e Clorinda incendiano la torre mobile, ma Clorinda non riesce a rientrare in città e viene uccisa da Tancredi che non la riconosce per via dell'armatura. Quando se ne accorge, quasi impazzisce per il dolore.
I Cristiani non riescono a ricostruire la torre mobile perché sul bosco è stato gettato un incantesimo.
A questo punto Dio decide di mandare una visione a Goffredo perché vada a richiamare Rinaldo, creduto morto e in realtà rinchiuso da Armida in un castello nelle Isole Fortunate.
Ubaldo e Carlo vanno a cercare Rinaldo affrontando mostri e insidie prima di arrivare al castello. Rinaldo è diventato schiavo d'amore della maga, ma la sua immagine riflessa in uno scudo lo fa rinsavire e torna verso Gerusalemme.
Armida allora vuole vendicarsi e si unisce all'esercito egiziano pronto ad attaccare i cristiani.
Rinaldo sale sul monte Uliveto per purificarsi dalle sue colpe e poi rompe l'incantesimo che era stato gettato sul bosco.
Inizia l'assedio finale a Gerusalemme.
Tancredi e Argante duellano: entrambi restano feriti, ma Argante muore mentre Tancredi viene curato e salvato da Erminia.
Nella battaglia finale Rinaldo uccide Solimano mentre Goffredo uccide il capo dell'esercito egiziano.
Goffredo può piantare la bandiera crociata sulla città, liberata dai pagani.
A QUESTA PAGINA UNO SCHEMA CON LE INFORMAZIONI PRINCIPALI SULL'OPERA


sabato 4 febbraio 2017

TESINA SUL GIORNALISMO

Abbiamo ricevuto la seguente richiesta da un nostro lettore 
"Ciao. Complimenti per il sito, davvero ben fatto. Per gli esami di terza media vorrei preparare una tesina sul giornalismo. Potreste darmi delle dritte?"
e abbiamo pensato di proporre un percorso possibile per una tesina sul giornalismo.



STORIA=  Rivoluzione Industriale e nascita dei mass media
GEOGRAFIA=Gli USA (collegabili al Premio Pulitzer istituito ai primi del '900)
ITALIANO=Uno scrittore del '900 che sia stato anche giornalista (De Amicis, Svevo, Collodi, MAtilde Serao, D'Annunzio.... e molti altri!)
INGLESE=Ernest Hemingway "Per chi suona la campana" (corrispondente Guerra Civile Spagnola)
FRANCESE=Guy de Maupassant "Bel Ami"
SCIENZE=Il ruolo della centrale idroelettrica nello sviluppo delle cartiere
TECNOLOGIA=Tecniche di stampa (breve excursus storico)
ARTE=La litografia (e pui inserire uno o più artisti che si sono cimentati con quest'arte come Dalì, Manet, Braque, Daumier, Van Gogh... e molti altri!)
MUSICA= La stampa musicale


ALTERNATIVE

ITALIANO= Il Futurismo
STORIA=La Belle Epoque
STORIA=Ruolo della carta stampata nella propaganda politica (I e II guerra mondiale)
INGLESE=Il paperboy
INGLESE=Storia del New York Tribune (primo quotidiano americano a diffusione nazionale)
INGLESE=George Orwell (corrispondente Guerra Civile Spagnola)
TECNOLOGIA=La fotografia  
TECNOLOGIA=La macchina a vapore
TECNOLOGIA=Invenzione del telegrafo (mezzo attraverso cui venivano diffuse le notizie tra USA e Europa)
ARTE=Storia del manifesto artistico


Per adesso abbiamo trovato questi collegamenti, nel caso avessi dubbi o richieste lascia tranquillamente un commento sotto questo post e proveremo a cercare insieme qualche alternativa.