lunedì 10 aprile 2017

PLINIO IL VECCHIO RIASSUNTO

Nasce a Como nel 23 o 24 d.C. da una famiglia di ceto equestre. Funzionario imperiale, fece parte dell'esercito di Tito e fu uno dei più stretti collaboratori di Vespasiano. Quando erutta il Vesuvio, nel 79 d.C., si trova a Miseno dove ha il comando della base navale. Imbarcatosi per osservare meglio
l'eruzione, muore per asfissia o per collasso cardiaco.

Molte opere di Plinio sono andate perdute. Era un instancabile lettore: impiegava qualunque momento per leggere e, se non poteva farlo personalmente, incaricava qualcuno di leggere per lui.
L'unica opera pervenuta per intero è la Naturalis Historia--> 37 libri riguardanti le scienze della natura (geografia, cosmologia, metallurgia, mineralogia, materiali per le arti, etc.).

Epistola dedicatoria: dedica l'opera a Tito e scrive l'epistola nel 71 in occasione della pubblicazione dell'opera. Nell'epistola espone la novità della sua opera: nessun pregio letterario, solo una descrizione della natura anche nei suoi aspetti più umili, tanto da dover usare termini "rustici" e "barbari". Il lessico è ricchissimo, anche di termini tecnici.
L'opera ha carattere tecnico-scientifico e uno scopo pratico: era una sorta di enciclopedia di carattere "compilativo", ma per noi importantissima perché riporta dati e informazioni di testi ormai perduti.
Plinio non indaga le cause dei fenomeni, ma si preoccupa soprattutto di accumulare quanti più dati e informazioni ha di un determinato argomento. Non è sempre del tutto acritico: contesta e respinge ciò che non gli sembra accettabile, non su base scientifica, ma basandosi sul buon senso.

Mirabilia: grande attenzione di Plinio per fatti straordinaria ed eccezionali. Tramanda notizie curiose e leggendarie derivate anche dalla cultura greca, che nel Medioevo e oltre furono ritenute reali (poi smentite dalla scienza moderna).

Prefazioni-Digressioni: in queste parti dell'opera emerge la personalità di Plinio e il suo moralismo: critica la corruzione dei costumi, l'avidità di ricchezze, la ricerca del lusso e del piacere. Tutte queste cose si accompagnano al progresso della scienza e della tecnica---> atteggiamento antitecnologico di Plinio: la vita dell'uomo può essere migliorata con lo studio della natura, ma ha timori di tipo superstizioso: non bisogna cercare di carpire alla natura i suoi segreti più nascosti. E' favorevole alla ricerca scientifica, ma è contro la tecnologia perché la considera un incentivo all'avidità e all'ambizione che sfocia nel lusso e nella corruzione morale.

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