lunedì 26 dicembre 2016

LE METAMORFOSI DI OVIDIO RIASSUNTO

Poema in esametri in 15 libri (12.000 versi).
Nel proemio comunica il progetto di cimentarsi con l'epica. Non è epos eroico, ma mitologico--> si capisce dalla volontà di seguire l'ordine cronologico: cioè dall'inizio dei tempi alla sua epoca. 
L'epos eroico narra una vicenda unitaria (ad esempio l'Iliade), racchiusa in un tempo limitato. 
Epos mitologico=narra le vicende degli dei seguendo le età e le generazioni.

Modello
Teogonia di Esiodo. Nella cultura latina non ci sono esempi di epos mitologico prima di Ovidio.

Contenuti
Narra circa 250 miti--> parte dal racconto del Caos primitivo, poi introduce miti e leggende riguardanti gli astri, le fonti, le piante e gli animali fino a giungere all’uomo.

Struttura
In pratica nelle Metamorfosi si trova tutta la storia mitica del mondo, ma riorganizzata in una serie di racconti, il cui criterio generale di compilazione segue l’ordine cronologico, ma che viene molto spesso variato da Ovidio con l’introduzione di eventi anteriori o posteriori al fatto narrato, o con collegamenti tra le storie in base a rapporti familiari piuttosto che secondo affinità o diversità.
Ogni episodio/scena è un'unità a sé, connessa con le altre in modo non narrativo, ma sciolto e naturale.

Racconto nel racconto
Usa questa tecnica inserendo un racconto in quello principale e i personaggi narrati diventano narranti.

Metamorfosi
Ciò che unisce tutti questi episodi è la metamorfosi--> principio unificatore in un poema ricchissimo di materiale.

Fortuna dell'opera
Prima di abbandonare Roma Ovidio bruciò il manoscritto delle Metamorfosi perché lo riteneva imperfetto. Quando era a Tomi, però, incaricò un amico che ne possedeva una copia di pubblicarla. Nonostante questo l'opera non ebbe grande fortuna nell'immediato e rimase poco conosciuta fino a dopo l'anno 1000, quando tornarono alla luce alcune copie conservate dagli Arabi in Spagna. Fu proprio grazie alle Metamorfosi che gli occidentali riscoprirono la mitologia greca e l'opera ebbe da allora una grande importanza a livello culturale, tanto da ispirare scrittori come Ariosto, Shakespeare, Goethe, D'Annunzio. 

domenica 18 dicembre 2016

RICERCA SUL CRISTIANESIMO

Il Cristianesimo è una delle religioni più importanti del mondo, diffusa soprattutto in Europa e in America del Sud.
Il credo cristiano è incentrato sulla figura di Gesù, maestro e predicatore vissuto in Palestina nel primo secolo. La fonte più importante riguardo la storia del Cristianesimo proviene dai Vangeli, che furono scritti tra i 20 e i 100 anni dopo la morte di Gesù.
Secondo i Vangeli Gesù nacque da una famiglia molto umile e fin da bambino mostrò doti speciali, iniziando molto presto a predicare l'amore per Dio e per il prossimo.
In giovane età raccolse attorno a sé 12 apostoli e via via sempre più seguaci che ebbero piena fede in lui, credendolo il Messia (Cristo, appunto).
La sua crescente popolarità fra le masse fu vista come pericolosa sia dagli Ebrei che dai Romani (che all'epoca governavano le zone dove Gesù predicava) al punto che venne catturato e condannato a morte per crocifissione.
Sempre secondo i Vangeli, Gesù risorse tre giorni dopo la morte e questo "servì" alla religione cristiana come prova del perdono dei peccati e di una vita successiva alla morte terrena.

Testi sacri del Cristianesimo
Il testo sacro della religione cristiana è la Bibbia che è formata da 2 libri: Antico e Nuovo Testamento
Il Nuovo Testamento a sua volta è composto da 27 libri tra cui: i 4 Vangeli (secondo Marco, Matteo, Luca e Giovanni), gli Atti degli Apostoli, le Lettere di San Paolo, l'Apocalisse (di Giovanni), etc.

Diffusione del Cristianesimo 
Nel corso dei secoli la religione cristiana, oltre ad essersi diffusa moltissimo in tutto il mondo, ha subito anche alcuni cambiamenti interni, dividendosi in 3 "rami" principali:
Religione Romano-Cattolica--> che rappresenta la continuazione del nucleo religioso originario ed è capeggiata dal Papa.
Religione Cristiano-Ortodossa--> Nel 1054 il Patriarca di Costantinopoli e il Papa di Roma si scomunicarono a vicenda: questo provocò una scissione all'interno della Chiesa che diede origine alla religione Ortodossa (che include la Chiesa Russo Ortodossa e quella Greco Ortodossa, più altre confessioni minori). La religione Ortodossa differisce da quella Cattolica per il fatto che non riconosce nel Papa il suo capo supremo, per l'importanza che attribuisce alle icone e per la data in cui viene celebrata la Pasqua (la chiesa ortodossa segue il calendario giuliano, mentre quella cattolica il calendario gregoriano).
Protestantesimo--> si diffuse nel 1500 a seguito della Riforma operata da Martin Lutero in Germania. I protestanti non riconoscono l'autorità papale, rifiutano molti sacramenti e tradizioni che invece il cattolicesimo professa ed enfatizzano l'importanza della lettura dei Testi Sacri.
Il Protestantesimo abbraccia molti "sottogruppi" come i Battisti, i Metodisti, gli Episcopali, i Presbiteriani, gli Evangelici, etc.
Il culto viene praticato in modo diverso da tutte queste confessioni, ma mantiene alcuni tratti comuni come la funzione religiosa domenicale, la preghiera privata e in assemblea, il sacramento del Battesimo e dell'Eucarestia.

Feste del Cristianesimo
Tra le feste più importanti della Religione Cristiana figura sicuramente la Pasqua, che celebra la resurrezione di Cristo e che è immediatamente preceduta dalla Settimana Santa, che include la Domenica delle Palme, il Giovedì e il Venerdì Santo.
I 40 giorni che precedono la Pasqua sono chiamati "Quaresima", un periodo di penitenza in preparazione alla Pasqua.
Un'altra festa molto importante è il 25 Dicembre, quando si celebra la nascita di Gesù (nella Chiesa Ortodossa Natale si festeggia il 6 Gennaio).

Il Cristianesimo nella storia
Dopo essere stato fortemente osteggiato dall'Impero Romano (che attuò persecuzioni di ogni tipo verso i credenti), il Cristianesimo ottenne di poter essere professato nel 313 d.C, quando l'imperatore Costantino emanò l'Editto di Milano con cui concedeva libertà di culto anche ai cristiani.
Dopo essere diventata la religione ufficiale dell'impero il Cristianesimo si diffuse in tutta Europa, in opposizione ai culti barbari e pagani che ancora venivano praticati dalle popolazioni meno civilizzate.
Durante l'Alto Medioevo la religione cristiana fu fortemente sostenuta da Papi e Imperatori che insieme diedero vita al Sacro Romano Impero.
Ci furono poi le Crociate, guerre volute dai Papi per difendere il Cristianesimo dal crescente potere dell'Islam.
Con le grandi scoperte geografiche la religione cristiana arrivò anche nelle Americhe, diventando così la religione più praticata al mondo.
Nel 1400 la Chiesa visse una profonda crisi morale e spirituale che si manifestava con atteggiamenti corrotti e contrari alla dottrina originaria. Tutto ciò condusse alla nascita della Riforma Luterana e quindi del Protestantesimo.
La Controriforma, stabilita nel Concilio di Trento (1545-1563) portò ad un nuovo periodo buio della Chiesa Cattolica, caratterizzato dall'acuirsi della lotta verso le eresie (già attiva dall'epoca medioevale).
L'epoca successiva (1600) vide lo scontro fra cattolici e protestanti in molti paesi europei (Francia e Inghilterra soprattutto). Tutto ciò portò alla fine dell'egemonia della religione cattolica in Europa e al definitivo affermarsi del culto protestante in alcune nazioni.
Oggi si stima che i cristiani nel mondo siano poco meno di 2 miliardi, di cui un miliardo circa di cattolici, 720 milioni tra protestanti e anglicani e 220 milioni di ortodossi.

Simboli principali del Cristianesimo



 colomba con ramoscello d'olivo=pace






monogramma di Cristo (Chi Ro) con alfa e omega=principio e fine di tutto





 ichtus=pesce (originariamente era un segno di riconoscimento fra seguaci di Gesù). E' anche un acronimo--> le lettere iniziali della parola greca formerebbero questa frase
Iesùs CHristòs THeù HYiòs Sotèr) »
« Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore »




la croce= è il simbolo più famoso del Cristianesimo, rievoca il sacrificio di Gesù morto per la salvezza degli uomini




l'agnello= sacrificio di Gesù sulla croce





l'àncora= la saldezza della fede e la speranza nella salvezza (Cristo è il porto sicuro per i cristiani, l'àncora della salvezza)

giovedì 15 dicembre 2016

TRAMA TURANDOT IN BREVE

Trama breve dell'opera Turandot di Giacomo Puccini


Atto I
Siamo a Pechino, dove un editto annuncia che la principessa Turandot, figlia dell'imperatore Altoum, sposerà il primo uomo di sangue reale che riuscirà a risolvere 3 indovinelli da lei proposti.
Chi sbaglia verrà decapitato.
Tutti quelli che ci hanno provato sono stati uccisi e le loro teste infilzate su pali.
La folla assiste in delirio: vorrebbe altro sangue, ma si impietosisce quando è il Principe di Persia ad essere condannato a morte e ne chiede la grazia alla crudele principessa.
Mescolato alla folla vi è anche Calaf, figlio del vecchio re tartaro Timur, insieme alla giovane schiava Liù. Calaf vorrebbe incontrare Turandot per maledirla, ma quando la vede rimane incantato dalla sua bellezza e decide di farla sua. Mentre Liù e i ministri dell'imperatore, Ping, Pong e Pang, cercano di dissuaderlo, Calaf corre a suonare il gong che indica che un nuovo sfidante tenterà di risolvere gli enigmi.

Atto II
Mentre la folla attende la nuova sfida, l'imperatore Altoum cerca invano di convincere Calaf a desistere dal suo proposito.
Poi appare Turandot, bellissima e meravigliosamente vestita, che propone i 3 indovinelli.
Calaf riesce a risolverli, ma la principessa non vuole diventare sua sposa e chiede al padre di impedirlo. L'imperatore non intende rimangiarsi la parola ed è Calaf  a sollevarli dall'impiccio proponendo un patto: se la principessa riuscirà a scoprire il suo nome prima dell'alba, ella sarà libera dal suo impegno e lui verrà condannato a morte.

Atto III
Turandot ordina che nessuno vada a dormire ("Nessun dorma") prima di avere scoperto il nome dello straniero.
Quando Timur e Liù vengono catturati, Turandot viene chiamata per assistere alla rivelazione del nome.
La schiava viene torturata, ma non parla e Turandot le chiede cosa le dia la forza di resistere a tanto dolore. Liù spiega che è l'amore a sostenerla; poi, per paura di rivelare il nome di Calaf, si uccide con un pugnale.
Timur piange disperato e la folla porta via il corpo della giovane schiava.
Rimasti soli, Turandot e Calaf si confessano il reciproco amore e si baciano.
All'alba Calaf  rivela il suo nome, affidando così la propria vita alla principessa.
Nell'ultima scena i due giovani compaiono davanti all'Imperatore e Turandot dichiara di aver saputo finalmente il nome dello straniero: egli si chiama Amore.

lunedì 12 dicembre 2016

RIASSUNTO PRIMO LIBRO ILIADE

Crise, sacerdote di Apollo, si reca all'accampamento acheo per farsi restituire la figlia Criseide, rapita da Agamennone e da lui tenuta come concubina.
Agamennone però rifiuta e intima al vecchio di non farsi vedere mai più.
Crise, infuriato, scongiura Apollo di punire gli Achei per il grave affronto e il dio, ascoltate le sue preghiere, colpisce gli Achei con una terribile pestilenza che uccide moltissimi soldati.
Dopo dieci giorni di lutti,  Achille riunisce i suoi uomini e chiede all'indovino Calcante la ragione per cui Apollo è tanto infuriato con loro.
Calcante spiega che è stato proprio il maltrattamento di Crise da parte di Agamennone a scatenare l'ira del dio. A sentire questo Agamennone si infuria con Calcante, accusandolo di dargli solo vaticini funesti, ma si intromette Achille che inizia un diverbio con Agamennone.
Dopo un lungo litigio fra i due, Agamennone acconsente a restituire Criseide, ma, non volendo restare senza una donna, decide di prendersi Briseide, schiava di Achille.
Il ratto di Criseide - Sebastiano Ricci
Achille a questo punto è infuriato: sfodera la spada e sta per lanciarsi contro Agamennone, ma interviene Atena, che, avendo a cuore entrambi gli eroi, ferma la sua mano facendolo ragionare e dicendogli che un giorno molto vicino, per riparare a quella grave offesa, gli sarebbero stati offerti doni tre volte superiori a quanto ora sottratto.
Achille, seppur a malincuore, obbedisce e poi, rinfoderata la spada, offende Agamennone annunciando che, finché non gli fosse stato riparato quel torto, lui non avrebbe combattuto più al suo fianco.
Agamennone ordina a Odisseo di riportare Criseide dal padre e manda a prendere Briseide presso la tenda di Achille. L'eroe, vedendo la sua donna venir portata via a forza, scoppia a piangere e invoca la madre Teti a cui chiede di andare da Zeus perché gli venga reso l’onore dovuto.
La madre promette che quando gli dei torneranno all’Olimpo andrà da Zeus e lo pregherà di esaudire la sua preghiera.
Intanto parte la spedizione di Odisseo presso Crise. Il vecchio sacerdote offre un lauto banchetto per festeggiare il ritorno della figlia e promette di chiedere ad Apollo di far cessare la strage degli Achei.
Dopo 12 giorni gli Dei tornano finalmente all'Olimpo e Teti sale da Zeus pregandolo di far vincere i Troiani fino a quando gli Achei non avessero rimediato al torto subito dal figlio.
Era, moglie di Zeus, è preoccupata per il destino degli Achei e domanda irata quali piani stiano tramando i due, ma Zeus la mette a tacere bruscamente.
Gli animi dei partecipanti al banchetto vengono rasserenati poi dalle parole di Efesto.
Gli dei festeggiano fino a sera e poi tornano ognuno alla propria dimora.

venerdì 9 dicembre 2016

RIASSUNTO IL CONVIVIO DI DANTE

Scritto tra il 1304 e il 1307, è frutto degli studi filosofici del poeta.

Struttura
Nelle intenzioni di Dante, doveva essere una sorta di enciclopedia, composta da 15 trattati con lo scopo di difendersi dalle accuse che lo avevano portato all'esilio.
Questi trattati dovevano essere dei commenti ad altrettante canzoni (un po' come il prosimetro nella Vita Nova), ma l'opera non fu terminata --> Dante scrisse solo 4 trattati: quello introduttivo e il commento alle 3 canzoni Voi che 'ntendendo il terzo ciel movete, Amor che ne la mente mi ragiona e Le dolci rime d'amor ch'i' solìa

Lingua
L'opera NON è scritta in latino (lingua normalmente usata nelle opere d'insegnamento come questa), ma in volgare (lingua di cui Dante pronuncia anche un'esaltazione).

Pubblico [argomento del primo trattato]

Nonostante l'uso della lingua volgare non bisogna pensare che l'opera fosse destinata ad un pubblico "popolare" o comunque non colto.
Dante mira ad un pubblico nobile (anche femminile!), ma non solo nobile per nascita, ma anche e soprattutto nello spirito: un pubblico che ami la cultura in forma disinteressata, senza scopo di lucro (come ad esempio faceva la nuova borghesia mercantile che secondo lui era avida e corrotta).
Il pubblico a cui Dante si rivolge dovrà essere, secondo lui, la nuova classe dirigente- al posto della borghesia, appunto.

Prosa
La prosa del Convivio non è una prosa lirica, poetica come quella della Vita Nova--> ma è una prosa più "tesa", robusta, adatta all'argomentazione e al ragionamento.
Il Convivio è il primo esempio di prosa italiana in volgare.

Differenze Convivio - Vita Nova

  • La Vita Nova è un'opera giovanile 
  • Il Convivio è opera della maturità di Dante
  • L'amore nel Convivio non è più rivolto ad una donna specifica (come era Beatrice nella Vita Nova), bensì è un amore verso la conoscenza e il sapere. 




mercoledì 7 dicembre 2016

SPIEGAZIONE CAPITOLO 25 IL PRINCIPE DI MACHIAVELLI

Il capitolo XXV del Principe di Machiavelli è incentrato sul tema della Fortuna e del Libero Arbitrio.
Secondo Machiavelli l'uomo deve saper cogliere le occasioni che la Fortuna gli offre e poi saperle sfruttare a proprio vantaggio. Anche partendo da una situazione potenzialmente negativa si può arrivare a qualcosa di positivo.
Machiavelli si rifiuta di credere che la volontà dell'uomo sia completamente governata dalla
Fortuna---> l'uomo deve saper prevedere (in tempi di quiete) ciò che potrà un giorno accadere (in giorni di tempesta) e quindi prendere rimedi in anticipo--> similitudine del fiume---> prevedere in tempo i pericoli e le situazioni che potranno verificarsi è come costruire un argine lungo il fiume per prevenire l'inondazione della città.
La Fortuna, quindi, governa sì la vita dell'uomo, ma a metà, insieme al Libero Arbitrio che diventa uno strumento potentissimo se usato in maniera saggia, cioè adeguandosi al momento che si sta vivendo e cambiando di volta in volta il modo di agire.
In sostanza Machiavelli sostiene che il Principe manterrà a lungo il suo potere se saprà di volta in volta adeguare il suo comportamento alla situazione che si troverà davanti: quindi una volta dovrà essere prudente, una volta temerario, una volta violento, una volta paziente.. solo così riuscirà nel suo governo---> agendo sempre e solo con prudenza o sempre e solo con temerarietà non potrà far fronte agli imprevedibili rivolgimenti della Fortuna.


Parafrasi del Capitolo XXV

So bene che molti ritengono che le cose del mondo siano governate da Dio e dalla Fortuna, e che gli uomini con le loro azioni non possano opporvisi in alcun modo; per questa convinzione molti pensano che non valga la pena affannarsi nelle cose, ma lasciano che sia la sorte a dirigere tutto.
Questa convinzione è dovuta anche a tutto ciò che di brutto è accaduto nei nostri tempi e che, qualche volta, ha permesso che anche io credessi che non si potesse agire diversamente.
Nonostante questo ritengo che la Fortuna diriga solo metà delle nostre azioni e che l'altra metà sia lasciata al Libero Arbitrio.  
Io paragono la Fortuna ad uno di quei fiumi che quando si ingrossano fanno tracimare le loro acque invadendo pianure e città: tutti scappano davanti alla piena del fiume, senza cercare di fermarla in qualche modo. E pur sapendo che il fiume potrà tracimare ancora, nessuno si adopera per costruire un argine che possa un domani arrestare la piena.
Allo stesso modo si comporta la Fortuna, che agisce e sconvolge la vita di quegli uomini che non si sono preparati a resistere alla sua potenza.
E, se ci pensate, vedrete bene che l'Italia è proprio questa campagna senza argini, sconvolta da lotte interne e invasioni come invece non è accaduto a Spagna, Francia o Germania che erano preparate al peggio.
Tornando a casi minori, a volte si vedono Principi che governano felicemente e subito dopo cadono in disgrazia senza che abbiano fatto nulla di rilevante: io credo proprio che ciò accada perché coloro si sono unicamente affidati alla Fortuna, e come essa è cambiata, è cambiato anche la loro condizione.
Il Principe che governa meglio è quello che adegua il suo modo di governare al tempo che sta vivendo, mentre chi non capisce il periodo storico in cui vive è destinato a fallire.
I Principi arrivano alla gloria e al potere in modi diversi: c'è chi lo fa pazientemente, con prudenza e accortezza e chi lo fa con impeto e violenza, desideroso di avere subito tutto.
E fra loro c'è chi riesce a mantenere a lungo il potere e chi invece lo perde in fretta.
Bisogna saper capire quando è tempo di agire con prudenza e quando invece con impeto, quando avere pazienza e attendere e quando invece agire subito di corsa. 
Questo è il Principe che manterrà il potere: perché sa adeguarsi, di volta in volta, alla situazione che ha davanti. Agendo solo con prudenza o solo con impeto non si otterranno i risultati voluti.
Papa Giulio II governò solo con impeto, e fu fortunato perché il momento andava affrontato con rapidità. Ad esempio l'impresa di Bologna: quando i Veneziani temporeggiarono per paura e gli Spagnoli per riuscire a ottenere il Regno di Napoli, lasciarono entrambi campo libero al Papa che riuscì appunto a riprendersi il governo della città di Bologna, alleandosi con i Francesi contro la Repubblica di Venezia. A Giulio II andò tutto bene, nel modo che aveva previsto anche perché la sua breve vita non diede tempo di verificare se davvero egli operò nel modo migliore.
Concludo dicendo che per governare la Fortuna bisogna che gli uomini si adattino agli eventi senza rimanere troppo legati alle proprie inclinazioni, perché la Fortuna è donna e per vincerla bisogna essere temerari, coraggiosi e poco rispettosi proprio come sono i giovani.


lunedì 5 dicembre 2016

RIASSUNTO VIRGILIO

Publio Virgilio Marone nacque vicino a Mantova nel 70 a.C. da piccoli proprietari terrieri.
Studiò a Cremona, Napoli e Roma. Trascorse una vita quasi del tutto ritirata, dedicandosi all'attività letteraria.
Prima opera pubblicata nel 38 a.C. --> le Bucoliche--> ebbero grande successo.
Fu grazie a questa opera che Virgilio venne notato da Mecenate e chiamato a far parte del suo circolo.
La seconda opera di Virgilio, le Georgiche, è proprio dedicata a Mecenate e fu composta tra il 36 e il 29 a.C (7 anni).
Nel frattempo aveva già iniziato a scrivere l'Eneide--> la composizione durò per 11 anni (gli ultimi della sua vita).
Dopo essere partito per la Grecia, incontrò Augusto ad Atene e tornò con lui in Italia.
Si ammala durante il viaggio e muore dopo essere sbarcato a Brindisi il 21 Settembre del 19 a.C.
Fu sepolto a Napoli, da cui i suoi resti scomparvero in età medioevale.
Pur avendo lasciato detto di non volere che l'Eneide e altri suoi scritti parzialmente incompiuti venissero pubblicati, l'imperatore Augusto decise comunque di pubblicare l'Eneide che divenne così il poema celebrativo dell'Impero Romano.



La figura di Virgilio in Dante

Trama Eneide


domenica 4 dicembre 2016

COME SI USANO GLI AVVERBI DI FREQUENZA IN INGLESE

Alcune semplici regole per imparare la posizione degli avverbi di frequenza inglesi.
A questa pagina potete trovare anche uno schema.


REGOLE

1) Gli avverbi di frequenza ci dicono quanto spesso accade una cosa--->

  • always (sempre)                      
  • usually (di solito, solitamente) 
  • often (spesso)                           
  • sometimes (a volte)                  
  • rarely (raramente)                    
  • seldom (poche volte)              
  • never (mai)

2) Posizione dell'avverbio---> 
  • se c'è il verbo to be, l'avverbio di frequenza va messo dopo (I am always hungry)
  • se c'è qualunque altro verbo, l'avverbio di frequenza va messo prima (I never read books)
  • se il verbo è un tempo composto (has written) di solito l'avverbio di frequenza va nel mezzo (She has never written a book)


ESERCITAZIONE

Scegli l'alternativa corretta e controlla la soluzione cliccando sul pulsante

1) My brother often goes / goes often to the gym 


2) Grace is always / always is in late for classes


3) I rarely arrive  /  arrive rarely on time


4) She usually walks / walks usually to work


5) His father goes never /never goes to London


6) My dentist often is /is often kind with me



7) Paula has never been / never has been in Rome