lunedì 10 dicembre 2012

IL COMUNISMO AGRARIO E I MIR

Fino al 19 febbraio 1861 i contadini russi hanno solo l'usufrutto, anche detto godimento in uso, della terra.
Dopo questa data, i terreni coltivati dai contadini venivano ad essi attribuiti a seguito di riscatto e di parallelo spossessamento dei latifondisti. Altrimenti potevano essere acquisiti dalla comunità mentre i contadini ne assumevano il possesso.

Ogni membro riceveva una certa quantità di terreno arabile per un tempo limitato (solitamente di tre anni); allo scadere del termine le terre tornavano alla comunità al fine di essere nuovamente distribuite.

Quadro del realismo russo - metà '800

Al diritto di "usare" delle terre e di appropriarsi dei raccolti, si aggiunge la titolarità piena, per ogni famiglia del dvor, il "focolare contadino", rappresentato dalla casa di abitazione e da piccoli porzioni di terreno circostante.

Con lo Statuto di Alessandro II sull'abolizione della schiavitù (1861), ai contadini viene infatti concesso il riscatto dei terreni loro attribuiti dalla comunità dietro un pagamento rateale; ma tale tentativo di diffondere la formazione di proprietà contadine individuali fallisce sia a causa della maggiore idoneità della comunità nel riscatto dei terreni, sia perché molto spesso i contadini preferiscono sottomettersi ad una sorta di "regime comunitario ancestrale".


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