mercoledì 12 dicembre 2012

ECONOMIA MONDIALE NEL 1900


Con la fine dell'800 si assiste ad una rapida modernizzazione a livello mondiale che cambiò lo stile di vita e la cultura di moltissime persone. In tutto ciò, alcune nazioni furono in grado di arricchirsi enormemente, mentre altre conobbero un profondo declino. 

L'industrializzazione dell'Europa comportò una grande crescita economica e militare: pensiamo a nazioni come come la Gran Bretagna, la Germania, la Francia e l'Italia che si spartirono India, Africa e regioni asiatiche. La cultura europea, con la sua enorme fiducia nel progresso e le teorie razziste sulla supremazia della razza, spinse le nazioni a voler dominare sugli altri popoli. 

Nei paesi dove l'industrializzazione non avvenne, invece, si potè assistere ad un progressivo indebolimento economico.
La Cina, la Persia, l'Impero Ottomano, ad esempio, persero molto del potere economico che avevano avuto nei secoli precedenti. 

Inoltre, per i contadini e i piccoli artigiani divenne molto difficile integrarsi nel nuovo mercato "globalizzato" che si andava affacciando sulla scena mondiale. L'industrializzazione iniziava a massificarsi e a rendere più rapida e diffusa la produzione, mettendo in crisi i lenti processi manifatturieri dei piccoli artigiani. Oltretutto, le grandi industrie godevano della protezione dei governi centrali che spesso emanavano provvedimenti per favorire la crescita industriale su larga scala.  

Mondine al lavoro nell' Italia rurale all'inizio del 900
All'inizio del 20mo secolo i rapidi cambiamenti a livello economico e tecnologico contribuirono ad accrescere la rivalità tra le nazioni, fomentando competizione e desiderio di primeggiare. Le motivazioni che portarono poi ad un parziale declino della potere economico europeo dopo il 1945 sono:   
  • Rapida crescita industriale che aumentò l'inquinamento e l'invivibilità di molte città.
  • Un ritorno al protezionismo economico che si manifestò in forti tariffe sulle importazioni 
  • Le due guerre mondiali che devastarono molti paesi europei e il Giappone, mettendone in ginocchio la ripresa economica.
  • I movimenti nazionalisti delle colonie che pretendevano l'indipendenza e portarono progressivamente alla decolonizzazione e al conseguente impoverimento delle madri patria. 
  • Nelle scienze e nella cultura in generale, l'introspezione psicologica e, soprattutto, gli orrori della guerra, minarono fortemente il senso di fiducia illimitata nell'uomo e nelle sue possibilità. Allo stesso tempo le nuove tecnologie e lo sviluppo dei mezzi di comunicazione portarono a quella che viene definita "cultura di massa", non più quindi in mano ad una sola elite che poteva modificarla e adattarla secondo i propri interessi.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale, quindi, ci si trova di fronte ad un mondo spaccato in due e "governato" dalle due superpotenze (Usa e Urss) che  daranno vita a 40 anni di guerra fredda.  

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